Saturday, June 27, 2009

La Chiesa sta con Cristo o con Berlusconi?

Tratta dal quotidiano La Repubblica riportiamo una lettera aperta al Presidente della CEI Cardinale Bagnasco, che pare non abbia ancora risposto. Forse perchè l'unica risposta potrebbe essere riconoscere il proprio errore?
E' confortante sapere che c'è ancora qualcuno nella Chiesa cattolica capace di dire pane al pane e vino al vino. Non ci sono soltanto sepolcri imbiancati. C'è anche don Paolo Farinella.

Lettera del prete genovese al suo vescovo: "Avete fatto il diavolo a quattro
sulle convivenze e sul caso Englaro. Ma assolvete il premier da ogni immoralità"
"Perché trattate così bene Berlusconi?"
Don Farinella scrive al cardinal Bagnasco
"Io e molti credenti crediamo che così avete perduto autorità. Molti si allontanano dalla Chiesa per la vostra morale elastica"
di don PAOLO FARINELLA

Questa lettera, scritta da don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco, è stata inviata qualche settimana fa e circola da giorni su internet. Riguarda la vicenda Berlusconi, vista con gli occhi di un sacerdote. Alla luce degli ultimi fatti e della presa di posizione di Famiglia Cristiana che ha chiesto alla Chiesa di parlare, i suoi contenuti diventano attualissimi.

Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?

Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare".

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete

(Fonte: http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-10/lettera-farinella/lettera-farinella.html)

Saturday, February 14, 2009

Raccolgo volentieri l'invito di Wildgreta (http://wildgretapolitics.wordpress.com/2009/02/13/gasparri-infuriato-per-una-vignetta-di-vauro-pubblichiamola-tutti/).
Quando la Patria chiama bisogna rispondere.


Friday, January 09, 2009

Massacro di civili (bambini!) a Gaza

Riporto integralmente il post apparso oggi su http://materialepervivere.blogspot.com/
Su quel blog, per chi fosse interessato, ci sono anche immagini significative in proposito. Un ringraziamento particolare va a MAP, il titolare di Materiale per vivere.

In nome di che cosa si può fare questo ai bambini?
Attenti. Non è un film. Sta succedendo. Le immagini che vedete sono reali. Sono di ieri, di avantieri. Che disastro. Che sofferenza. Che porcheria.
Che civiltà può evolversi tanto da tornare così tanto indietro fino a toccare una barbarie così assoluta?
Se esiste il Paradiso, ci andranno solo questi bambini. Perchè di noi, non se ne salva uno, dall'Inferno.
E se l'inferno esiste, che sia starcene lì per l'eternità, affranti, incapaci, disperati, accanto ai simulacri (che crediamo veri per l'eternità) dei nostri bambini ustionati, monchi, sofferenti, urlanti, piangenti, che non muoiono mai e soffrono sempre, sempre, sempre, per l'eternità, e non stanno zitti mai e ci guardano supplicanti, e gridano "babbo!" e gridano "mamma!"

E che in Paradiso ci siano loro da soli. Senza adulti. Senza poter diventare mai quella mostruosità che siamo diventati per l'illusione che il denaro e la comodità sia ciò che i nostri figli si aspettano da noi.

Amen

Friday, November 07, 2008

Il SUPER-CAFONE eccolo qua!

Ormai, dopo 15 anni, lo sanno anche i sassi che Berlusconi è un povero demente. Ma lui, per paura che qualcuno possa dimenticarsene, ogni tanto ricorre a perle come questa:



Purtroppo il commento di Michele Serra in chiusura di questo video, in cui compaiono anche alcuni tra i peggiori dei suoi servi e dei suoi complici, descrive perfettamente la realtà:




Parole sante anche quelle di Curzio Maltese su Repubblica:

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/esteri/italia-obama/immagine-peggiore/immagine-peggiore.html

Saturday, October 11, 2008

Michael Moore's election guide

I received this from Michael Moore's mailing list (late August):

"I've Written a Book I'd Like You to Read ...a note from Michael Moore

Friends,

This morning my new book officially goes on sale. It has a fancy title:
"Mike's Election Guide" ( http://www.michaelmoore.com/mikeselectionguide/ ). It's cheap ($11.19 on Amazon) (http://www.amazon.com/Mikes-Election-Guide-Michael-Moore/dp/0446546275 ). It's got a cool quote on the back cover from Republican congressman Tom Davis: "The Republican brand is in the trash can ... If we were dog food, they would take us off the shelf."
And it's got 200+ pages of facts and ideas that you won't read anywhere else, like:
** Does John McCain think it's right to drop bombs on civilians in (his words)"heavily populated" cities?
** The only reason Social Security is running out of money is because people who make over $102,000 a year pay NO social security tax on what they make over $102,000 (if they did, we'd have enough money in Social Security for the next 75 years!).
** Bring back the draft -- but only draft the rich. If they have to serve, they won't be so eager to start ridiculous wars.
** Despite what you've heard, we actually pay more "taxes" than France or any European country -- and get none of the benefits they receive.
** Why we must arrest Misters Bush and Cheney as they slip out of the White House this coming January 20th for the crimes they have committed.

The early reviews are in. The New York Daily News declares that "Mike's Election Guide" "takes no prisoners." The Associated Press calls it "a manual of mockery for the 2008 presidential election." And the St. Petersburg Times says that "Mike's Election Guide" is a "mix of outrageous humor, passionate partisanship and common sense." The McClatchy Newspaper chain calls it a "no-holds-barred examination of our politics. Pages explode with so much humor, you'll find yourself laughing out loud at Moore's sharp wit on serious topics such as health care, childcare, taxes and terrorism." And this piece from AlterNet (http://www.alternet.org/blogs/peek/95906/michael_moore_dares_to_ask:_what%27s_so_heroic_about_being_shot_down_while_bombing_innocent_civilians/
) lays out my reasoning for telling the whole truth about what John McCain did in the Vietnam War -- and asks why everyone else seems afraid to bring this up.

I've written this book to give you some good arguments to make as you discuss the election with family and friends. And I've laid out the 12 Senate seats and 30 House seats we can win -- and how to do that.
I need to warn you -- I don't let the Democratic Party bigwigs off the hook. I challenge them to have a spine, to not repeat the past mistakes they've made in the past two elections, and I ask them why they're so afraid of Republicans ("Is it true that Democrats still drink from a sippy cup and sleep with the light on?").
I hope you get a chance to read my book and that it gives you a good (and needed) laugh -- and also a bit of inspiration as we head toward that fateful day on November 4th.

Click here to order (http://www.amazon.com/Mikes-Election-Guide-Michael-Moore/dp/0446546275 ). Click here
to visit "Mike's Election Guide" on the web (http://www.michaelmoore.com/mikeselectionguide/ ).

Thanks for all your support of my work. I wish all of us well as we have but ten weeks to go before Redemption Day!!

Yours,
Michael Moore
MMFlint@aol.com
http://www.michaelmoore.com/


Join Mike's Mailing List ( http://www.michaelmoore.com/mikesmailinglist/index.php )
| Join Mike's Facebook Group (http://www.new.facebook.com/pages/Michael-Moore/24674986856 ) | Become Mike's
MySpace Friend ( http://www.myspace.com/mmflint )"

I thought it was well worth your attention

Monday, September 29, 2008

John Foxx at the LIFF, 2007




‘Smokescreen’ by ‘Unknown’, performed by John Foxx at the Leeds International Film Festival, 2007.

(Taken from: http://www.ballardian.com/review-john-foxx-and-tiny-colour-movies)

Sunday, July 20, 2008

SAKAMOTO - FENNESZ + TUXEDOMOON



Although lately I've been quite busy and knocked out by heat, I finally can afford to write a few words about two concerts. This Summer Sardinia has been touched by two main events.
The first one saw Ryuichi Sakamoto and Christian Fennesz in Cagliari, playing in the open air at the Amphitheater (Monday, June 23). It was the first of four live performances in Italy to allow the audience to get acquainted with "Cendre", their second album together. As encore they played the wonderful main theme from the score (composed by Sakamoto) of Merry Christmas Mr. Lawrence (1983, by Nagisa Oshima, with David Bowie and Tom Conti), in which Sakamoto played the part of an aggressive Japanese sergeant.

The second one saw the glorious group Tuxedomoon in Sarroch (about 30 km. from Cagliari), in their only performance in Italy (Friday, July 18). And I was there (lucky me!). For a long time fan like me it was sheer emotion seeing the three American musicians, along with the Belgian Luc Van Lieshout, live on a stage. I saw Blaine Reininger years ago with some other musician I forgot about, but I wasn't favourably impressed. About 20 years ago I was among the crowd at a live performance by Steven Brown in Cagliari (Teatro Alfieri). He had just made a cover album in Italian of the best songs by Luigi Tenco, to which he added significant value. The backing band included members from the Italian band Minox. I was also lucky enough to chat with Steven for a while after his concert. The band started up in S. Francisco in 1977, and by the early 80's they decided to live in Europe, mostly in Belgium. Today I listened again to their first album, "Half-mute" (1980). Still a great one, needless to say. They played only a few of their old tracks (but none from "Half-mute"). I especially liked "No time to lose". The guys speak more than one language, so Steven and Blaine sang in English, Italian, French, even Greek (Blaine lives in Athens). Steven Brown played sax, clarinet, piano and organ, Blaine Reininger played violin and guitar, Peter Principle played bass guitar and an analogic drum-machine, Luc Van Lieshout played horns and organ. Incredible to say, the entrance was free. For this I wish to thank the organizer, Davide Catinari's Vox Day.

(Sakamoto & Fennesz picture is taken from http://www.musicclub.it/musicclub/jsp/gruppi/default_one.jsp?id_gruppo=11695597927590) (Peter Principle picture is taken from http://hersonski.com/images/articles/tuxedomoon11.jpg)

Saturday, May 17, 2008

Brevi note a margine della Fiera del Libro di Torino 2008


A mente fredda, a quasi una settimana dalla chiusura della kermesse torinese, una specie di via di mezzo tra una libreria e l'Oktoberfest, affido a questo post qualche noterella su ciò che ho visto.
Dato che le cronache ne hanno parlato, non passerò sotto silenzio la polemica sulla partecipazione dello Stato di Israele con un proprio stand in occasione del sessantesimo anniversario dalla sua fondazione. Dirò soltanto che purtroppo non sono riuscito ad ascoltare Abraham Yeoshua e che a fronte di schieramenti imponenti di forze dell'ordine non ho visto nemmeno un contestatore. Come direbbe il vecchio zio Bill Shakespeare: much ado about nothing.
Sul fronte strettamente letterario le cose sono andate un pò meglio, a parte qualche piccolo inciampo organizzativo e alcune sovrapposizioni (una per tutte: tra Arto Paasilinna e Gore Vidal all'ultimo momento ho scelto il primo).
Il primo incontro è stato quello con Bruce Sterling, moderato da Fabio Zucchella del bimestrale letterario "Pulp" con la partecipazione di Paolo Verri. L'autore di Islands in the net ha parlato della possibilità di scrivere qualcosa su Torino capitale, tra il serio e il faceto. Ha anche dispensato un consiglio di cui cercherò di fare tesoro: se scrivi qualcosa ambientato fra vent'anni abbi cura di studiare i quarant'anni precedenti al momento in cui scrivi. Stranamente, per un autore tra i principali intervenuti a Torino, l'audience era scarsa, perlopiù scolaresche portate lì da qualche docente volenteroso ma che (ho interrogato una ragazzina seduta accanto a me) non avevano idea di chi fosse Sterling...
Dopo qualche piccola delusione (Vivian Lamarque chiamata a parlare di Emily Dickinson ci ha piacevolmente intrattenuto sul giardinaggio e un giovane post-brufoloso ha riferito soltanto qualche luogo comune trito e ritrito su H. P. Lovecraft) ho incontrato la piacevole sorpresa organizzata dal Torino Youth Center. Si tratta di un'iniziativa denominata Speed Book, che prevede uno scambio di esperienze di lettura tra due persone estratte a sorte. Io ho avuto la fortuna di avere come partner una giovane musulmana di 22 anni trapiantata a Torino fin da bambina, gentile e intelligente, che ha avuto la bontà di ascoltare ciò che avevo da dire su Le onde del destino di Ignazio Sanna.
Amore a prima vista con Scarlett Thomas, autrice di Che fine ha fatto Mr. Y?, brillantemente introdotta da Loredana Lipperini. Non tanto perchè fosse una ragazza carina, quanto perchè le coordinate della sua opera sono molto prossime a quelle dell'autore citato prima di lei. Forse un giorno c'incontreremo di nuovo nella troposfera...
Milena Agus ha parlato del suo ultimo Ali di babbo con Flavio Soriga e Ginevra Bompiani, mentre la californiana Susan Vreeland ha presentato l'ultimo di una serie di libri in cui l'armonia della natura e l'arte pittorica si accompagnano piacevolmente.
Di un certo interesse anche la presentazione del proprio libro sugli "universaloidi" da parte di Vasile Droj. Genio o ciarlatano? Come si dice in questi casi: ai posteri l'ardua sentenza.
Arto Paasilinna è un simpatico signore finlandese con dei baffoni alla Asterix montati su un corpo da Orson Welles che ha intrattenuto piacevolmente il pubblico parlando la propria lingua (ma un suo conterraneo traduceva in italiano). Oltre a qualcosa su Il migliore amico dell'orso, Paasilinna ci ha raccontato che sta per dedicarsi alla costruzione di una casa (la settima!) con sauna annessa. Il pubblico è sembrato gradire la sua offerta di strofinare personalmente la schiena a quelli tra noi che, accogliendo il suo invito, si sarebbero recati a trovare lui e la sua sauna.
La mia avventura a Torino si è conclusa sabato sera (domenica ho fatto una capatina a Ivrea a trovare un amico) alle 21 nella Sala Rossa, dove il critico letterario Lorenzo Mondo, il filosofo Maurizio Ferraris e il poeta Maurizio Cucchi hanno presentato assieme all'autore il libro Novecento italiano di Guido Davico Bonino. Il noto esperto di teatro e letteratura (ha insegnato anche all'università di Cagliari) ha redatto una serie di schede per ciascuna opera di autore italiano da lui ritenuta meritevole di essere segnalata (escluso il teatro, cosa di cui si è lamentato pubblicamente con l'editore) tra quelle uscite nell'arco di tempo compreso tra il 1885 e il 1990. Gustoso il riferimento a un escluso eccellente, Marcello Fois, da Bonino premiato alcuni anni fa col Grinzane Cavour. Ha raccontato di aver scoperto soltanto dopo un certo tempo che quell'autore allora quarantaduenne aveva già alle spalle 15 romanzi. "Già leggerli tutti richiederebbe del tempo, e poi se continua a questo ritmo ne farà almeno altri 27!"

Sunday, April 27, 2008

DEMENTED forever!


Nonostante il titolo questa volta la politica italiana non c'entra. E' un omaggio al John Waters di Cecil B. Demented (tutti sapete chi era Cecil B. De Mille, vero?), distribuito in italiano come A morte Hollywood! che non è un granchè ma almeno rende l'idea del contenuto del film. E' del 2000, quindi uno degli ultimi, e la protagonista principale è Melanie Griffith, deliziosa all'inizio del film quando fa la stronza viziata.
Trama: una banda di terroristi bigger-than-life, deliranti come un incrocio tra le Brigate Rosse e Giuliano Ferrara, rapisce l'attricetta emergente di turno e il suo capo e regista, il Demented del titolo, ne fa la protagonista di un film (e soprattutto di un modo di fare cinema) anti-hollywoodiano.
John Waters è uno dei più grandi registi viventi, e forse per questo (?!) cita alcuni dei suoi colleghi migliori, da Pier Paolo Pasolini a Kenneth Anger, passando per Fassbinder e David Lynch.
Siccome sono un bravo ragazzo ignorerò tutti i film girati con Divine, tranne Hairspray, in italiano Grasso è bello (peccato che l'esser grassi non abbia poi molto a che fare con il senso del film). Per il resto citerò, a conferma del mio giudizio su Waters, l'altro musical Cry-Baby, con il solito immenso Johnny Depp, e Serial Mom (La signora ammazzatutti), con una splendida Kathleen Turner.

FUCK FELLINI!!!

(L'immagine di John Waters ospite dei Simpson è tratta da: http://www.sensesofcinema.com/contents/directors/03/waters.html)

Saturday, April 26, 2008

Marisa Sannia



"14 aprile 2008. Marisa ci ha lasciato, in silenzio e con discrezione, se n'e' andata creandoci un vuoto doloroso e profondo...ma la sua musica continuerà' a scaldare il nostro cuore e a mantenerla viva in noi. Ciao Marisa, un abbraccio."
( http://www.myspace.com/marisasannia)

Queste poche parole annunciano sulla pagina di MySpace dedicata all'artista sarda la sua dipartita. I miei gusti musicali sono piuttosto lontani da ciò che faceva. Però la ricordo con piacere negli anni '60, quand'ero bambino. La sua signorilità e la sua dolcezza ci mancheranno in quest'epoca violenta e volgare. Perciò condivido queste parole e le dedico questo spazio sul mio blog.
Ciao Marisa, un abbraccio

Tuesday, April 15, 2008

BERLUSCONI ha vinto le elezioni...

...gli italiani le hanno perse, come disse nel 2001 Daniele Luttazzi.
Da ieri l'Italia è un paese un pò più incivile. La speranza in un futuro migliore per chi non è straricco o raccomandato è morta...
R.I.P.

Saturday, April 12, 2008

The BERLUSCONI disease


This is the third time (and the last one I hope) I'm writing a post about shit. But, needless to say, once again it's not my fault. I feel it's my duty, as a good (world) citizen, to state clearly what comes next.
Almost everybody in the world knows by now, after 15 years, that Mr. Berlusconi and his political organization are a great danger for democracy in Italy. What is less known is that he poisoned most of the Italian society to the point that even the biggest competitor of his political party is scaringly submissive to him and his personal interests. Among them, those pertaining to the mass media, which he controls beyond any limit democracy allows, are the ones which should be regulated first. But the Democratic Party is afraid to take such responsibility because of the control of the main Italian Tv channels by Berlusconi, which would cause it to lose votes. Such is the Italian situation.
For those who understand Italian, all this and more is explained in detail in this website, much better than I can afford to :

http://www.bananabis.splinder.com/

So, enough for now, let me close the post that will be remembered as part of my blog's infamous 'shit trilogy'

Tuesday, March 25, 2008

The new frontiers of SHIT

I hope I won't be considered as a shit writer after this post (and the post before this one), but I'm going to write about an exhibition which is, literally, about 'shit'.
Yes, shit, intended as what comes out of the body when the nutrition process comes to its end. Someone might find interesting that I am writing about such topic after having written the word in the 'tag' space of Last.fm. This means I'm listening to 'shit'-related music, although God only knows why Into the Unknown by DJ deserves to be tagged like that...
The beautiful town of Trento (North-East of Italy) hosts such infamous exhibition at the Museo Tridentino di Scienze Naturali. If you're interested in seeing it hurry up, because it closes by 28th March. All information here:
http://www.mtsn.tn.it
I can add that the idea came out of Nicola Davies' book 'POO: A NATURAL HISTORY OF THE UNMENTIONABLE' (2004). And the exhibition is interactive (oh, my God!): I'm shitless. Ehm, I mean: I'm speechless...
In case you can't resist the call of the wild, you can contact the Associazione Didattica Museale here: info@assodidatticamuseale.it (tel 02 88463337)
They say they can bring it all to your hometown, if you just dare to ask

Saturday, March 15, 2008

Il metodo antistronzi


Versione integrale dell'articolo di Ignazio Sanna apparso in versione ridotta sul quotidiano di Cagliari L'Unione Sarda:

Spesso nella vita andare dritti al punto è straordinariamente efficace. E a maggior ragione nel caso di un libro che si propone di ottenere dei risultati concreti attraverso la messa in pratica dei suoi contenuti. Di certo Robert I. Sutton, professore di Scienza dell’Ingegneria gestionale all’Università di Stanford, in California, ne ha tenuto conto quando ha deciso che titolo dovesse avere il suo libro: “Il metodo antistronzi” (Eliot edizioni, p. 218). Non sarà forse un titolo elegante, di quelli adatti ad essere sfoggiati in ambienti mondani con velleità di carattere culturale, ma ha di certo il pregio di non essere ambiguo. Intuitivamente tutti noi ci rendiamo conto di quale sia la categoria alla quale pensa l’autore di questo libro, che ha come sottotitolo “come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è”. Più chiaro di così!
Intelligentemente l’editore americano della versione originale ne ha tenuto conto, facendolo uscire come “The No Asshole Rule”. La genesi del titolo è spiegata dettagliatamente nell’introduzione dello stesso Sutton. Il termine adottato nell’edizione italiana, pubblicata dalla Elliot nella traduzione di Fabrizio Saulini, ha lo stesso significato figurato dell’originale, risultando altrettanto efficace. Il suo utilizzo come ingiuria ne ha cancellato quasi del tutto nella percezione comune il significato originario di risultato della deiezione per lasciare in evidenza quello di oggetto non soltanto privo di utilità ma decisamente sgradevole.
Il libro si occupa di mobbing ma non solo, è un vero e proprio manuale di difesa nei confronti di coloro che, scrive Sutton, possono essere chiamati in molti modi: “prepotenti, maleducati, cafoni, bastardi, aguzzini, tiranni, maniaci oppressivi, despoti, egomaniaci, ma, almeno per quanto mi riguarda, stronzo è la parola che meglio di qualunque altra esprime la paura e il disprezzo che provo per questi personaggi”. L’autore si è interrogato sull’opportunità di utilizzare un termine così poco raffinato, ma alla fine ha rotto gli indugi adottandolo senza ripensamenti, avendone verificato l’efficacia anche in ambienti poco avvezzi al linguaggio rozzo come gli ambienti accademici.
Anche da noi del resto, visto l’attuale degrado della società, che per esempio in politica vede ormai come caratteristica essenziale l’aggressività verbale e l’imbarbarimento dei comportamenti, non sarà certo la scelta di utilizzare una parola meno elegante di un’altra per designare un concetto come questo ciò che potrà far allontanare i lettori. Anzi, probabilmente li ha attirati, essendo stato un piccolo caso editoriale sia negli USA che in Italia. A chi ama la letteratura potrà far piacere che di tanto in tanto Sutton citi poeti e narratori quali Walt Whitman, Kurt Vonnegut, Ernest Hemingway, Nick Hornby, anche se non sempre questo implica una maggiore elevatezza del tono generale del testo. L’accattivante prefazione all’edizione italiana è firmata da Pier Luigi Celli, già direttore generaledella RAI, oggi all’Università Luiss.


Il mobbing

Purtroppo sono in tanti ad aver subito comportamenti ascrivibili alla categoria così ben introdotta da Sutton nel suo saggio, al punto che il legislatore ha dovuto tenere conto del fenomeno che va sotto il nome di mobbing. Questo termine nasce dagli studi etologici che hanno rilevato come nel mondo animale accada a volte che alcuni elementi di un gruppo sviluppino un comportamento aggressivo a danno di altri. Esattamente ciò che accade talvolta negli ambienti di lavoro umani. Un recente disegno di legge presentato in Parlamento per l’approvazione definisce il mobbing come “l’insieme di quegli atti e comportamenti posti in essere dal datore di lavoro, capi, intermedi e colleghi che si traducono in atteggiamenti persecutori, attuati in forma evidente, con specifica determinazione e carattere di continuità, atti ad arrecare danni rilevanti alla condizione psico-fisica del lavoratore, ovvero anche al solo fine di allontanarlo dalla collettività in seno alla quale presta la propria opera”. In un comunicato sindacale pubblicato sul sito internet dell’Associazione Italiana Psichiatri (http://www.aipsimed.org) si legge: “Una situazione è mobbing quando un dipendente è oggetto ripetuto di prepotenze, prevaricazioni e soprusi. I responsabili di tali sopraffazioni possono essere i “superiori”. Nello specifico, è mobbing quando vengono poste in essere pratiche dirette ad isolare il lavoratore sul posto di lavoro, ad allontanarlo, a condizionarlo perché questi si licenzi; affinché ciò avvenga il datore di lavoro incide gravemente sull’equilibrio psichico dello stesso, menomandone la capacità lavorativa e la fiducia in se stesso e provocando una catastrofe emotiva, depressione e talora persino il suicidio. Spesso un lavoratore oggetto di mobbing che si licenzia per via della “catastrofe emotiva” e del degrado della sua immagine di fronte ai colleghi di lavoro, non è in grado di trovare lavoro nell’immediato. Secondo l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro l’8% dei lavoratori in Europa sono vittime del mobbing nei settori sia privato e sia pubblico, in particolare pubblica amministrazione, sanità, istruzione e difesa. Il mobbing colpisce più spesso persone di istruzione medio-elevata (54% diplomati e 28% laureati) che nel 78% dei casi sviluppano un disturbo dell’adattamento (DSM-IV), secondo un’indagine svolta dalla Medicina del Lavoro del Policlinico Sant’Andrea di Roma”.


Un esempio a Cagliari e uno a Springfield

L’esempio seguente non è tra quelli riportati nel libro di Sutton, ma avrebbe potuto esserlo se ne fosse venuto a conoscenza, rientrando nella tipologia descritta nel comunicato sindacale citato. In una delle più grosse aziende pubbliche della Sardegna è stata posta a capo di un ufficio di una certa importanza strategica una persona che si è resa responsabile di una serie di comportamenti, anche omissivi, tali da isolare alcuni dipendenti dal contesto lavorativo in cui operavano, privandoli in qualche caso anche dei mezzi necessari, informazioni interne comprese, a compiere il proprio dovere. Fortunatamente questa persona non occupa più quella posizione, ma i danni che ha causato in termini di produttività in quell’ufficio, oltre ai danni alle persone, non sono spariti con lei. Spinge a riflettere anche il fatto che questa persona sembrasse agire nella piena consapevolezza del proprio operato, addirittura mettendo in pratica diversi atteggiamenti descritti nella teoria sul mobbing così come esposta nell’ambito del corso di formazione e aggiornamento disposto dall’azienda per i propri dirigenti e funzionari.
Un altro esempio viene da Springfield, cittadina della provincia americana in cui abitano i Simpson, la famiglia più famosa del mondo dei cartoons. Spesso questo telefilm mette in risalto le storture della società, e non soltano di quella americana. In una puntata la moglie del capofamiglia Homer, Marge, decide di mettersi alla prova nel mondo del lavoro, e si ritrova a fare l’agente immobiliare. I suoi colleghi sono degli ipocriti, l’un contro l’altro armati, e tutti contro il più debole, con un capo che invita Marge, che non lo capisce da sola, a distinguere tra verità e “verità”, quando si trova a vendere una casa che nasconde qualche problema. Inutile dire che la signora, disgustata, preferisce essere licenziata piuttosto che imbrogliare il suo prossimo, restando del tutto estranea agli atteggiamenti meschini di quell’ambiente.

I danni alle aziende

Ma Sutton dice chiaramente anche che evidenziare l’inadeguatezza su vari piani di questo atteggiamento non implica affatto l’esaltazione della mancanza di carattere o dell’eccessiva remissività. Tanto gli uni quanto gli altri sono comportamenti dannosi nel mondo del lavoro. “Esperimenti e studi sul campo in varie organizzazioni dimostrano che quando i gruppi di lavoro entrano in conflitto sulle idee in un’atmosfera di rispetto reciproco producono idee migliori e rendono di più. […] Questi stessi studi dimostrano che quando invece i componenti di un gruppo entrano in conflitto sul piano personale, ovvero quando si scontrano a causa del risentimento o della rabbia, il rendimento e la soddisfazione crollano. In altre parole, quando qualcuno fa lo stronzo l’intero gruppo ne risente”. Dunque Sutton non è un alfiere del “buonismo”, ammesso che questo concetto esista per davvero, né una specie di buon samaritano. Il suo libro dimostra che l’equità e il rispetto nei confronti degli esseri umani sono fattori da salvaguardare nell’interesse dell’azienda stessa: “gli stronzi provocano danni enormi non solo alle loro vittime ma anche alla performance aziendale nel suo complesso, a tutti quelli che ne subiscono di riflesso gli effetti e, non ultimo, a loro stessi”. Quindi un buon dirigente è quello che è capace di motivare i propri sottoposti, un cattivo dirigente è quello che invece fa venir meno le motivazioni, il che si traduce in un calo, spesso significativo, della produttività e di conseguenza in una perdita secca per l’azienda. Difficile essere più chiari di così: “I danni provocati dagli stronzi in azienda emergono dai costi dell’aumento del turn over, dell’assenteismo, del calo della dedizione al lavoro, della distrazione e della diminuzione della performance evidenziata negli studi sugli abusi psicologici, il bullismo e il mobbing”. Per non parlare dei costi, non soltanto economici, che le aziende che non reprimono o addirittura coprono comportamenti simili rischiano seriamente di dover sostenere nel caso in cui siano coinvolte in procedimenti giudiziari promossi dalle vittime. Insomma, le qualità umane possono essere una risorsa anche economica e i comportamenti virtuosi possono mantenere sana un’azienda. Problema che si sono posti anche colossi dell’economia americana come Intel e Google, tra gli altri.
Sempre nell’interesse delle aziende Sutton suggerisce a chi ne è a capo di calcolare il CTS (“Costo Totale degli Stronzi”). Un’impresa della Silicon Valley che l’ha fatto nel caso di un proprio dipendente rispondente alle caratteristiche sin qui descritte ha accertato che nell’arco di un anno l’ammontare di tale costo è stato di 160.000 dollari, l’equivalente di oltre trecento milioni delle vecchie lire. Sutton propone dei test per riconoscere questi personaggi, basati su questo presupposto: “il miglior indicatore del carattere di ognuno è la differenza tra il modo in cui tratta i potenti e il modo in cui tratta le persone qualunque”. In effetti è tipico dei vigliacchi mostrarsi deboli con i forti e forti con i deboli.

E se gli stronzi siamo noi?

Ma, attenzione: è fin troppo facile accorgersi degli atteggiamenti sbagliati degli altri, mentre è ben più difficile valutare oggettivamente il nostro comportamento. Sutton se ne rende ben conto, e nel quarto capitolo affronta con grande attenzione questo aspetto del problema. Raccontando al lettore una propria esperienza, conclude: “A volte mi considero una persona talmente buona, morale e determinata da essere immune dall’imitare tutti gli idioti che mi circondano […] ma l’avvelenamento da stronzi è un male che può contagiare tutti”. Il che significa che non si tratta di etichettare gli altri (e magari noi stessi) dividendoli tra buoni e cattivi. Si tratta di rendersi conto, e comportarsi di conseguenza, che esistono comportamenti virtuosi, che fanno bene alle persone e quindi anche alle aziende per cui lavorano, e comportamenti deprecabili, che danneggiano le une e le altre. Ancora, l’autore ci avverte di fare attenzione, perché vedere i colleghi come rivali o nemici è un gioco pericoloso. Probabilmente Sutton non lo sa, ma esiste un gran bel film di Totò, “Chi si ferma è perduto” (1960), in cui lui e il suo collega d’ufficio Peppino De Filippo se ne combinano di tutti i colori nel tentativo di fare carriera ciascuno a scapito dell’altro. Divertente e istruttivo.
Tanto per non dimenticare che questo libro è anche un saggio scientifico, nonostante la disinvoltura del suo linguaggio, proseguendo nella lettura apprendiamo che al Media Lab del MIT (il famoso Massachusetts Institute of Technology) è stato inventato un apparecchio chiamato Jerk-O-Meter, cioè “stronzometro”, che permette di misurare tale caratteristica attraverso un’analisi elettronica delle conversazioni telefoniche.
“Parlare di passione, impegno e identificazione con l’azienda è del tutto corretto per chi ha un buon lavoro e viene trattato con dignità e rispetto. Ma è una sciocchezza, e anche un’ipocrisia, per i milioni di individui che sono costretti a lavorare in aziende che li opprimono e li umiliano, dove l’unico obiettivo è sopravvivere senza danni alla salute o all’autostima e mantenere la famiglia”.
Il quinto capitolo non ha bisogno di particolari commenti, basta il titolo: “Nel regno degli stronzi: piccoli consigli per sopravvivere in ufficio”. Più sorprendente invece il titolo del sesto: “Le virtù degli stronzi”. Tuttavia l’autore è attento a spiegare come tali “virtù” vadano sì prese in considerazione, ma con la giusta cautela.
Il feedback è importante, soprattutto in questioni del genere, perciò esiste un sito internet specifico gestito dalla casa editrice: www.metodoantistronzi.com. Al suo interno si trovano anche l’indirizzo del blog italiano e quello personale di Sutton.

In conclusione, se coloro che si trovano ai vertici di aziende pubbliche e private, una ASL piuttosto che un’università o una fabbrica di laterizi piuttosto che una catena di supermercati, decideranno di mettere in pratica il “metodo antistronzi”, vedranno migliorare sensibilmente le proprie performance aziendali e i loro dipendenti e la collettività tutta non potranno che trarne vantaggio ed essere loro grati. Del resto, l’autore afferma senza troppi giri di parole, come nel suo stile, di aver scritto questo libro perchè “la mia vita e quella delle persone che mi stanno a cuore è troppo breve e preziosa per sprecarla a combattere con gli stronzi”. Parole sante.

Tuesday, February 05, 2008

Scrittori scrittori e scrittori non-scrittori


Questo post prende spunto da un articolo di Marco Denti apparso su Pulp n. 17 (p. 81), che condivido totalmente. Quante volte mi è capitato di leggere in TV la qualifica di 'scrittore' affibbiata in sovrimpressione ai personaggi più improbabili perchè qualche editore, sperando di lucrarci, ha pubblicato uno o più libri sfruttando la popolarità del personaggio in questione, non importa se il suddetto sembri essere al limite dell'analfabetismo. E gli scrittori autentici, gli 'scrittori scrittori', come li definisce Marco Denti, non di rado hanno perfino difficoltà a pubblicare. Intanto gli editori, ricordando a tutti che la loro attività è al 90% mercantile e solo al 10% (nei casi migliori) propriamente culturale, mettono sotto contratto gente che scrive libri come dopolavoro.
Riporto alcuni passi dell'articolo al quale faccio riferimento:
"Sono non-scrittori e non-scrittrici: riempiono le pagine. Questa è la grave contraddizione che c'è alla base di questi libri (e film, e dischi, e altro ancora): nella sostanza si è chiamati a giudicare microcosmi strettamente personali e autoreferenziali, spesso (e non a caso) palesemente provinciali (nell'accezione più negativa possibile del termine) e autobiografici, ripetitivi fino all'ossessione mentale. Se si vuole indagare in questo campo bisogna mettere da parte ogni possibilità critica (letteraria e non solo) semplicemente perchè non ce n'è bisogno. Basta qualche chiacchiera, un aperitivo, due pettegolezzi: impressioni limitate e limitanti, tutto è carino, meno peggio di quanto si potesse pensare, piacevolmente trascurabile. Ne risulta un mondo stralunato di non-scrittori che scrivono per non-lettori, di non-musicisti che cantano e suonano per un pubblico di non-ascoltatori, e di non-registi, non-attori e non-attrici che che fanno film per un pubblico che al cinema ci va giusto una o due volte all'anno. In massa e coscienziosamente - perchè è tutto qui ciò che regge questo genere di operazioni e prodotti: uno straripante, martellante successo reso possibile da campagne pubblicitarie, promozionali, marketing, uffici stampa cafoni e martellanti [...]"

La copertina di un numero qualsiasi di Pulp (il 67, per la cronaca) è tratto da Il Paradiso di Cassiel (http://cassielheaven.iobloggo.com/archive.php?eid=209), che ringrazio

Monday, February 04, 2008

Milena Agus


Fahrenheit è una meritoria trasmissione di Radiotre che si occupa di libri e attualità culturale. Venerdì 1 febbraio Marino Sinibaldi ha presentato la seconda edizione del Libro dell'anno di Fahrenheit. La seconda edizione della manifestazione ha visto prevalere, tra 28 concorrenti, l'autrice sarda Milena Agus, con il suo Mal di pietre, edito da Nottetempo. Questo romanzo breve, già premiato in Francia con il Prix des lectures du Var, è la seconda opera di Milena Agus. Si tratta di un romanzo leggero e profondo al tempo stesso e, come affermato da una lettrice proprio a Fahrenheit, narrata con una delicatezza tutta femminile, anche nelle parti più sessualmente esplicite. Anche dal punto di vista linguistico l'utilizzo dell'italiano regionale di Sardegna è parco e appropriato, caratterizzando con precisione la narrazione, affidata alla voce di un personaggio extradiegetico, la nipote della protagonista.

La fotografia di Milena Agus è tratta dal sito della casa editrice Nottetempo

Saturday, January 26, 2008

Salvatore Niffoi e Redenta Tirìa

'La leggenda di Redenta Tiria' di Salvatore Niffoi è stato un piccolo caso editoriale, nel senso che quando è stato ripubblicato da Adelphi ha raccolto un discreto numero di premi e consensi di critica permettendo al suo autore di conquistarsi un certo spazio nel panorama mediatico sardo e italiano. E' stato accostato, non del tutto a torto, allo Spoon River di Edgar Lee Masters, già caro a un sardo onorario quale Fabrizio De Andrè ("dormono, dormono sulla collina...").
L'idea che me ne ero fatto prima di leggerlo, basata sulle dichiarazioni di Niffoi e su ciò che ho letto e sentito in giro, non era particolarmente lusinghiera. Dopo averlo letto correggo leggermente il tiro, e dò atto al suo autore (o almeno a chi ne ha curato l'editing) di avere saputo utilizzare in maniera efficace ed equilibrata quel particolare linguaggio ibrido che tanto va di moda negli ultimi anni. Tanto meglio, perchè più che al contenuto del libro, che non mi entusiasma ma che ha comunque un suo valore, le mie perplessità erano e sono tuttora legate proprio allo strumento linguistico scelto dall'autore. Almeno a partire da Camilleri, se non vogliamo addirittura tornare a Verga, l'uso del dialetto e dell'italiano dal forte sostrato regionale è insieme un elemento verista e un modo (ormai facile) di ottenere il consenso dei lettori. Di per sè non c'è nulla di male. Dal punto di vista personale però sono molto lontano da questo tipo di approccio, non mi ci riconosco nè come lettore nè tantomeno come autore. Ma c'è un aspetto del successo di Niffoi e degli altri sardi che battono lo stesso frequentatissimo sentiero che mi sembra ben poco lusinghiero. Al di fuori della nostra isola la percezione che si ha di questo materiale letterario è di tipo prevalentemente neocoloniale, nel senso che ciò che arriva al lettore che della cultura sarda conosce in genere soltanto un insieme di luoghi comuni non è altro che un sapore di esotismo a buon mercato. Luoghi comuni quali la fierezza degli abitanti dei villaggi o una certa rozzezza nei rapporti tra le persone, che talvolta corrispondono alla realtà (una realtà comunque ormai prossima all'estinzione), ma che riproposti da un sardo barbaricino doc si ammantano di una dignità antropologica esclusiva. Come dire: questa è la Sardegna e questo sono i sardi. Pur muovendo da un fondo di verità mi sembra riduttivo perpetuare questo modello soltanto perchè 'tira' sul mercato editoriale. Niffoi e i tanti che scrivono più o meno come lui hanno tutto il diritto di farlo, ma la mia speranza è che il peso mercantile di queste produzioni letterarie non cancelli il già esiguo spazio per chi si muove su coordinate del tutto differenti pur a partire da comuni elementi di sardità.

Vorrei citare, in conclusione, un brano tra i più riusciti del libro. Nel finale il narratore ricorda:
"La casa, il diploma, il lavoro, il pallone, la solitudine, mia madre che mi proponeva una fidanzata al giorno. - Tu sei uccello che non hai imparato a volare!- mi disse un giorno, ferendomi a morte, spogliando il mio passato con un batter d'occhi. Voleva dirmi che non avevo imparato a vivere, che le ali di carta dei libri sono fragili come quelle delle libellule, si sfarinano alla luce del sole."

Wednesday, January 16, 2008

'Novecento' di Baricco stroncato da me


Anno nuovo, post nuovi.
Quest'anno vorrei tornare a occuparmi di letteratura. Vedremo se riuscirò a mantenere questo proposito.
E quale modo migliore per farlo che produrmi in uno spericolato esercizio, nientemeno che nella nobile arte della stroncatura? E quale autore più adatto allo scopo del popolare Alessandro Baricco, che piace alle mamme e anche alle figlie?
Premetto che, in generale, il personaggio non mi dispiace, per quanto spesso saccente e autoreferenziale più del lecito. Ha avuto il merito di far sì che la televisione italiana si occupasse di letteratura, il che non è poco se si pensa al deprimente panorama attuale della tv generalista.
Ma 'Novecento' proprio non riesco a mandarlo giù, è un mattone davvero indigesto. E dire che ho avuto il coraggio di vederne anche la versione teatrale e quella cinematografica. Tutt'e tre, compresa quella cartacea, soffrono dello stesso male, o meglio inducono nel lettore-spettatore la medesima sofferenza: sono insopportabilmente pallosi.
Partiamo dal libro. “Non era una di quelle persone di cui ti chiedi chissà se è felice quello. Lui era Novecento e basta. Non ti veniva da pensare che c’entrasse qualcosa con la felicità o col dolore. Sembrava al di là di tutto, sembrava intoccabile. Lui e la sua musica: il resto non contava.” Mi sembra che questa citazione dimostri adeguatamente l'atmosfera da luogo comune che pervade il libro. Abbiamo un protagonista con un nome stupido. E' un soprannome, d'accordo, il che è ancora peggio. E' un personaggio stucchevole come il linguaggio da 'buona letteratura anticonformista' che lo descrive, caratteristica già più che sufficiente a renderlo inutile, a voler essere buoni. So per esperienza diretta che non è facile scrivere un buon libro, con delle idee e un linguaggio adatto a farle risaltare. Ma credo che il Lettore abbia il diritto di pretendere dall'Autore, e l'Autore da se stesso, di avere a che fare con un testo che valga la pena di essere letto. So anche che è abbastanza raro che questo accada in Italia con autori che non si chiamino Calvino o, tra i viventi, Arbasino (certo, si fosse chiamato Baricchino, forse...).
Passiamo al testo teatrale. Un monologo, con uno straccio bianco a fare da schermo, che riversa sul pubblico l'adeguata dose di banalità dall'apparenza intelligente. Pallosissimo, appunto.
Infine la versione cinematografica, intitolata “La leggenda del pianista sull’oceano”, diretta da un regista ampiamente sopravvalutato come Tornatore, che spreca un attore di talento come Tim Roth per fargli incarnare una specie di babbeo che forse, chissà, potrebbe anche essere una specie di genio. Inutile dire che non sono stato abbastanza stoico da portare a termine la visione.


In omaggio accludo qui sotto il link a un articolo veramente ben scritto da Baricco, in polemica con Pietro Citati e Giulio Ferroni a proposito, pensate un pò, delle stroncature:


(la foto di Baricco è tratta dallo stesso articolo apparso su Repubblica)

Friday, November 23, 2007

A proposito di rumeni


Riporto un articolo di Valerio Evangelisti comparso su Carmilla:


Condivido praticamente tutto, tranne il mettere Veltroni sullo stesso piano degli altri, anche se distruggere le baracche dove dei poveracci cercano di sopravvivere non è certo una nota di merito

Wednesday, November 21, 2007

La strage continua...




Pochi giorni fa a Cagliari una donna rumena (se non ricordo male) è stata violentata da un connazionale nei dintorni della principale stazione ferroviaria della città. Oggi su Repubblica un articolo di Anna Bandettini fa il punto della situazione in Italia, con cifre indegne di un Paese civile:




Nel finale si fa riferimento alle iniziative di "maschileplurale", già segnalate su questo blog. Ritengo che il punto di partenza per porre fine alle violenze di qualsiasi genere, non soltanto gli stupri, sia il dialogo. Un dialogo che implichi il riconoscimento e l'accettazione di chi è diverso da noi, chiunque sia. E per gli esseri umani di sesso maschile si tratta di uno sforzo di assunzione di responsabilità. Ciascuno di noi, uomini e donne, può in qualsiasi momento decidere come comportarsi con gli altri, a condizione naturalmente che sia libero/a di farlo. E per essere veramente esseri umani dobbiamo avere il coraggio di rispettare sempre gli altri.
Un saluto a Lorenzo, Anne & Vique, che sul loro blog El Giramundo si occupano della questione in data 15 novembre 2007

Thursday, November 15, 2007

Speranza/Hope


Ma poi vedo il viso di Hailey, una delle figlie di Jennifer, e ritrovo spazio per la speranza in un futuro migliore


But then I look at Hailey's face, one of Jennifer's daughters, and I feel that hope in a better future is still possible


Italia incivile: mostri a scuola


Contro la mia volontà questo blog sta diventando sempre più orientato al sociale. Il fatto è che musica e letteratura passano in secondo piano se siamo costretti a viverli nel contesto di un mondo sempre più incivile e berlusconiano. La storia raccontata da 'La Repubblica' in quest'articolo è orripilante, mi fa venire voglia di arrendermi e invocare un nuovo diluvio universale "to wash all the scum off the streets", come diceva Travis/De Niro in 'Taxi driver' (frase riportata in un brano di 'Combat rock' dei Clash):




"Listen you screwheads! Here is a man who will not take it anymore. Some day a real rain is gonna come and wash all the scum off the streets"

And, little Sara, rest in piece. I'll remember you in my prayers

Friday, October 26, 2007

Is this justice?

The Italian citizen Silvia Baraldini was prosecuted in the USA and condemned to 43 (!) years of prison. She never killed anybody.
The American citizen Mario Lozano will be not prosecuted in Italy for having killed Nicola Calipari, an Italian intelligence agent in Iraq.

Is this justice?

Friday, October 12, 2007

Sardinian violator in Germany

Recently in Germany some crazy guy from Sardinia heavily mistreated his Lithuanian girlfriend. He's been properly prosecuted and condemned for these serious offences. But there seems to be something peculiar and unfair in the way the German judge dealt with this saddening matter. In this sentence he considered to be an extenuating circumstance the fact that such delinquent is Sardinian. In his view, Sardinians are considered to be violent towards women because of their culture and ethnicity. The result was that this criminal man has to spend in jail two years less than he should if he had been German. This is totally unacceptable for two reasons. The first reason is that Sardinians never mistreat their women. For instance, I personally know two German ladies living in Cagliari and married with Sardinians who lead a safe and normal life, just like the average Europeans. The second reason is that when people are guilty of terrible crimes as in this case, they shouldn't be given any extenuating circumstances because of their uses and customs, regardless of their being real or imagined.
My personal opinion is that all sorts of violence must be severely fought, always and in all circumstances.
As for the judge, I hope he will correct his bad habit of talking about matters he knows nothing about. It would be nice if he could come to Sardinia and learn something real about our culture.

Wednesday, October 03, 2007

Violenze USA sui civili in Iraq

Anche oggi il quotidiano 'La Repubblica' è fonte di una notizia sconvolgente pur nella sua prevedibilità: i Rambo privati americani in Iraq fanno strage di civili, senza risparmiare nemmeno i bambini. Se già non bastasse la vergogna di Abu Grahib a dimostrare l'assurdità di questa guerra insensata che sembra non avere mai fine, dovrebbe ormai essercene abbastanza per zittire la propaganda della destra italiana, che è stata complice di Bush nel volere questo massacro nel nome del petrolio. L'opinione pubblica americana ormai si sta liberando delle bugie del petroliere texano, sarebbe tempo di fare altrettanto anche in Italia.

http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/esteri/iraq-119/guardie-private/guardie-private.html

Friday, September 28, 2007

Quanto costa la Chiesa Cattolica

In Italia la politica costa ogni anno ai cittadini circa 4 miliardi di euro. Non tutti sanno però che altrettanti ne costa la Chiesa Cattolica. Ma mentre in tanti siamo pronti a protestare insieme a Grillo per la prima questione, la seconda tende a passare sostanzialmente inosservata.
Ecco l'ottimo articolo di Curzio Maltese su Repubblica in cui si danno informazioni preziose sui meccanismi alla base della situazione attuale:

http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/cronaca/conti-della-chiesa/conti-della-chiesa/conti-della-chiesa.html

Tuesday, September 25, 2007

Isabelle Caro


Isabelle Caro è la modella francese ventisettenne il cui corpo nudo campeggia da qualche giorno su quotidiani e cartelloni pubblicitari. Ma non si tratta dell'utilizzo del corpo femminile come specchietto per le allodole per indurre all'acquisto di qualche prodotto, utilizzo al quale siamo ormai assuefatti da anni. E questo nonostante la campagna sia legata a un marchio pubblicitario ben preciso. Perchè il corpo di Isabelle è un corpo che non è più capace di mostrare la propria bellezza. E' un corpo devastato dall'anoressia, un problema la cui diffusione deve destare allarme sociale. Perchè di anoressia si può morire facilmente. E perchè le sue vittime sono in gran parte adolescenti, vittime di un meccanismo psicologico sottile.

Le due foto (http://www2.nolita.it/noanorexia/index.htm) sono di Oliviero Toscani, discusso per la differenza tra le sue fotografie e quelle della maggior parte dei suoi colleghi. Le sue immagini spesso mettono a disagio, segnalano un problema da affrontare, non assecondano il gusto estetico generale. Anche il ministro Livia Turco si è espressa in termini favorevoli rispetto a questa campagna pubblicitaria, così diversa dalle altre, proprio per il messaggio che trasmette. E' come un pugno in faccia al telespettatore di Miss Italia, mostra che ci sono delle persone, delle donne, delle ragazzine, per le quali il rapporto tra la salute e la bellezza può essere diverso da ciò a cui i media ci hanno abituato.

Così scrive in proposito la giornalista Paola Rizzi:

"Si torna sempre allo stesso punto: l’uso o abuso dell’immagine della donna in quanto corpo e niente più, con le mutande o senza, [...] Isabelle, come il malato di Aids fotografato anni fa da Toscani sul suo letto di morte, è una persona malata. Il malato di Aids era in pigiama nel suo letto, Isabelle è un corpo nudo. Certo così è un bel pugno nello stomaco. Ma era necessario? O non è un’altra versione della condanna vera delle donne, ’sto essere prima corpi, dalla esigente manutenzione, poi persone? Del resto ce lo ricordano concorsi tipo la soporifera Miss Italia. Pur nel suo tono di pornosoft per famiglie, sempre di tette e culi si parla. "

(Il lato B choc di Oliviero Toscani, in http://www.metronews.it/det.php?id=80251&fid=art_id)

Questo è il blog di Isabelle Caro:



Intervista a Isabelle Caro:

Monday, September 24, 2007

John Wood


Mi chiedo se i telegiornali italiani abbiano dato questa notizia: John Wood, numero due di Microsoft, ha rinunciato agli agi e alla ricchezza che gli assicurava la sua posizione per combattere l'analfabetismo infantile in Asia e in Africa.
Forse no, preferiscono dare notizie terribili, possibilmente accostate a notizie insulse ma inoffensive, generando assuefazione alla violenza e quindi rassegnato cinismo.
O forse sì, assimilandola a notizie su cani equilibristi o briatori festaioli. Cioè svuotandole di senso, che è oltraggio peggiore del silenzio.
Comunque sia, il fatto in sè è che John Wood e quelli/e come lui ci dimostrano che non tutto è perduto, c'è ancora speranza per questo pianeta.

Per approfondire:



Friday, September 21, 2007

Un caso di presunta violenza carnale

Circa un anno fa a Bologna si è verificato un fatto increscioso: una ragazza ha sostenuto di avere subito violenza da due giovani, uno dei quali, Francesco, è di Cagliari. Il processo iniziato in questi giorni ha visto contrapposti un gruppo di circa 70 manifestanti contro il presunto stupro e circa 20 amici (sia maschi che femmine) di Francesco. Conosco i suoi genitori, Gianfranco e Daniela, solo superficialmente, ma non credo proprio che possano essere inclini a tollerare un fatto tanto grave come la violenza carnale. Per quello che mi riguarda, tanto per essere chiari, sono contrario a ogni forma di violenza. Perciò uno stupro è sempre e comunque inaccettabile, e come uomo mi sento in dovere di fare tutto il possibile per proteggere dalla violenza non solo le donne che conosco, ma tutte le donne in generale, per quello che è nelle mie possibilità. Per fortuna ci sono molti uomini che la pensano allo stesso modo (per maggiori informazioni: http://www.fioccobianco.it/)

Vorrei segnalare una bella intervista di Fabio Manca a Gianfranco Liori su L'Unione Sarda, che contribuisce a fare chiarezza sull'accaduto:
http://www.unionesarda.it/DettaglioSardegna/?contentId=13799

Wednesday, September 19, 2007

How about the freedom of speech in the USA?

Today I watched this video on Repubblica TV:

http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=12680&showtab=Copertina

I'm speechless. What's happening in the USA? Why Andrew Meyer, a student asking embarrassing questions to U.S. Senator John Kerry, was arrested and mistreated by the police? I don't understand. Any ideas?

This is the website where his friends are giving information about what happened and asking for help in order to have him out of jail:

http://www.theandrewmeyer.com/

Other bloggers' opinions about this:

- in English:

http://www.democrats.org/page/community/post/deeannaroberts/CQz4

http://michellemalkin.com/

http://blog.youngpeoplefor.org/tag/Andrew%20Meyer

- in Italian:

http://landofnowhere.splinder.com/

http://uncadunca.leonardo.it/blog/andrew_meyer_e_gabriele_paolini.html

http://blog.quintarelli.it/2007/09/liberate-andrew.html

http://www.liberoweb.net/

http://www.davidpuente.net/

Tuesday, September 18, 2007

Degenerazione mediatica

Vorrei segnalare un grave caso di degenerazione nell'ambito dei media. Si tratta del caso E-Polis, catena di quotidiani fondata dall'editore cagliaritano Nicola Grauso, dai trascorsi non proprio cristallini, ora passato nelle mani di un consiglio di amministrazione che comprende, oltre allo stesso Grauso, il nuovo azionista di maggioranza Alberto Rigotti e Marcello Dell'Utri, anche quest'ultimo figura tutt'altro che immacolata.
La vicenda è trattata a fondo nei seguenti blog:

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=368768

http://massimomarini.blogspot.com/2007/09/dellutri-compra-e-polis-nuovo-colpo-per.html

http://stazioneparadiso.simplicissimus.it/2007/09/grauso-chi-e-costui.html

Interessante anche l'articolo del direttore de L'Altra Voce Giorgio Melis, già vicedirettore de Il Giornale di Sardegna:

http://www.altravoce.net/2007/09/11/sorpresa.html

Thursday, September 13, 2007

http://www.danieleluttazzi.it/

Invece, di Daniele Luttazzi sono un grande fan (ho avuto anche la fortuna di intervistarlo 2 volte). Approfitto del suo intervento su Grillo e il V-Day per segnalare il suo blog

(foto tratta da: http://www.danieleluttazzi.it/files/sesso-luttazzi-269x269.jpg)

Wednesday, September 12, 2007

Grilli, gatti e volpi (+ qualche sciacallo)


Sabato ho partecipato all'ormai famigerato Vaffa-Day organizzato in tutta Italia da Beppe Grillo. Dopo aver letto diversi commenti su questo avvenimento vorrei dire come la penso.
Non sono mai stato un fan di Grillo, anche se gli riconosco il merito di non avere accettato il tipico e vergognoso sistema italiano per cui ci si deve inginocchiare di fronte al potente di turno per salvaguardare il proprio tornaconto personale, magari a scapito di altri (sul lavoro ho fatto come lui e ne ho pagato le conseguenze). Immagino che sarebbe stato facile per lui rinunciare a fare satira su Craxi e magari simpatizzare pubblicamente per l'allora PSI (oggi Forza Italia) e continuare beato a far soldi grazie alla televisione, come hanno fatto in tanti, giornalisti, opinionisti e quant'altro. Non ha voluto farlo, e questo gli è costato l'assenza dalle televisioni di influenza berlusconiana (RAI e Mediaset, con la parziale eccezione di Raitre) fino ad oggi, come accaduto poi a comici (i Guzzanti e Luttazzi) e giornalisti (Biagi e Santoro). Al contrario, ha proseguito per la sua strada, a contatto con la gente, in teatro e sul web. E questo fa di lui una persona onesta.
E' stato detto che i 300.000 che hanno firmato la proposta di legge d'iniziativa popolare l'avrebbero fatto in quanto suoi fans senza forse sapere bene cosa facevano, rappresentando di fatto il trionfo dell'antipolitica. Falso. Il trionfo dell'antipolitica è stato l'ingresso in Parlamento e al governo di Silvio Berlusconi e della sua schiera di avvocati-valletti, nani e ballerine, nonostante questo signore fosse ineleggibile in quanto concessionario di un bene pubblico come l'etere, utilizzato dall'azienda di cui è proprietario anche e soprattutto come arma di propaganda politica (efficacissima, a giudicare dai risultati).
E' stato detto che Grillo, nella sua recente veste di capopopolo, può involontariamente portare verso una deriva autoritaria, così come il Fascismo utilizzò il populismo per raggiungere il potere. Sbagliato. Questo è quello che sta facendo Silvio Berlusconi, non Beppe Grillo.
E' stato detto che è "una manifestazione di cui dovremmo vergognarci". L'ha detto l'ex-Presidente della Camera dei Deputati, quello che Marco Travaglio chiama Piercasinando. Io credo invece che dovremmo vergognarci di avere avuto ai vertici delle istituzioni italiane uno come lui, complice di molte delle nefandezze 'politiche' di Berlusconi, nonchè, secondo la definizione evangelica che dovrebbe essergli nota, epitome del 'sepolcro imbiancato'. Tanto per ricordare una di queste nefandezze: quando Marco Biagi, che lui oggi vorrebbe santificare, fu assassinato dalle Brigate Rosse, emerse che il governo Berlusconi gli aveva negato la scorta che a più riprese aveva richiesto.
E' stato detto che Grillo non è in grado di guidare un movimento politico. Vero. Non è un politico, del resto non ha intenzione di farlo. Neanche Berlusconi è un politico, anzi è l'alfiere dell'antipolitica. Eppure fa politica da 15 anni, seppure a modo suo.
Per concludere, entro nel merito della proposta di legge. L'unico dei tre punti che mi convince poco è l'ineleggibilità dopo due legislature. Sarebbe meglio valutare caso per caso chi riproporre e chi no, anche se mi rendo conto che questa valutazione sarebbe a dir poco problematica. Trovo invece che sia la cosa più ovvia del mondo che chi è stato condannato, soprattutto se per reati di tipo amministrativo e finanziario, non possa far parte di assemblee legislative. Assurdo il caso Previti, condannato con sentenza passata in giudicato che ne dispone l'interdizione perpetua dai pubblici uffici che per un anno ha continuato arrogantemente a fare il parlamentare come se niente fosse, contro la legge e il buon senso. Nei paesi civili di solito basta l'ombra di un sospetto perchè ci si dimetta dagli incarichi politici, in Italia se si è onesti nel migliore dei casi si passa da fessi. Anche l'elezione diretta dei candidati rappresenta un fatto democratico importante. Com'è noto l'ultima legge elettorale, approvata dal centrodestra e già definita una 'porcata' dal leghista Caldaroli, uno dei suoi autori, toglieva agli elettori questa possibilità, prevedendo la presentazione di liste 'bloccate', frutto delle segreterie dei partiti, da accettare o rifiutare in blocco, così com'erano.

I'm back!

After one year of silence this blog comes back to life. It's nice to be here again

Dopo un anno di silenzio questo blog torna in vita. E' bello essere di nuovo qui

Wednesday, September 27, 2006

DARIO SILVA



Sa Pibinca, com'era chiamato affettuosamente dai tifosi del Cagliari, purtroppo è stato vittima di un grave incidente stradale in Uruguay che ha costretto i medici ad amputargli la gamba destra. Darìo ha giocato nel Cagliari per 4 campionati (1995-1999), segnando 13 goal nel suo anno migliore. In 49 partite giocate in nazionale ha segnato 15 goal, e 107 in totale in carriera. Quando, purtroppo, ha lasciato Cagliari, si è trasferito in Spagna, prima all'Espanyol, poi al Malaga e infine al Siviglia. A 33 anni, dopo aver giocato nel Portsmouth in Inghilterra era tornato in Uruguay alla ricerca di un ingaggio. Purtroppo non è stato fortunato, ma avrà sempre l'affetto e la riconoscenza di tutti i tifosi del Cagliari, a cominciare da me. Spero possa tornare a Cagliari al più presto, magari da allenatore.

Sunday, September 24, 2006

90 candeline



"Tantos augurios, Franziscu" è il titolo della manifestazione organizzata ieri dal Cada Die Teatro di Giancarlo Biffi presso il Teatro La Vetreria di Pirri (Cagliari) in occasione del novantesimo compleanno di Francesco Masala, bastian contrario per scelta e poeta /narratore per passione. Francesco Masala è nato a Nughedu San Nicolò (SS) il 17 settembre 1916. Attualmente è il decano degli scrittori sardi, e anche quello di cui si parla meno sui mass-media italiani. Se ne parla di più forse all'estero, dove diverse sue opere sono state tradotte. Non lo vedo ormai da un paio d'anni. Ha staccato il telefono e spento il cellulare. Franziscu è fatto così. Andrò a trovarlo fra qualche giorno, per fargli gli auguri e riconfermargli ciò che penso di lui. E cioè che è una delle figure più importanti della Sardegna del XX secolo, con la sua energia inesauribile, il suo coraggio di contraddire i potenti ogni volta che lo ritiene necessario e la sua faccia da guerriero nuragico temprata dalle intemperie della vita. "Quelli dalle labbra bianche" (1962) è il suo romanzo più famoso, tradotto in francese (“Ceux de Arasolè”) e in diverse altre lingue, recentemente riproposto da Il Maestrale (vedi foto). Da questo testo è stato tratto uno splendido monologo, "Sos laribiancos", scritto e interpretato da Pierpaolo Piludu (vedi foto) per la regia di Giancarlo Biffi.
La manifestazione di sabato 23 ha visto la partecipazione, di persona o, come nel caso di Paolo Fresu e Marisa Sannia, con un messaggio audio-video, di parecchi esponenti del teatro e della cultura sarda. Tra le letture da brani di Cicito, com'è affettuosamente chiamato dalle persone a lui più vicine, vorrei segnalare quelle di Cristina Maccioni (Ballata di Giovanna la rossa, puttana di guerra), Tiziana Martucci e Pierpaolo Piludu (Sa cantone de sos bestidos de biancu, da "Poesias in duas limbas") e Alessandro Mascia (L'ultimo epigramma).
A kent'annos e prusu, Franziscu!

Saturday, September 23, 2006

Friends for a friend


Friday night a lot of bands from Cagliari and surroundings have been playing their music (hardcore, grind, punk, punk'n'roll) at the Titty Twister in Selargius (near Cagliari) to remember Lillo, a guy who recently died leaving his wife and two little children. I didn't know him personally, but I joined the benefit concert along with other 900 people. We all had fun and went back home with buzzing ears as late as, more or less, 3 a.m. I bought 2 CDs: "Fun is dead" by The Leeches (www.nextpunk.ch) and "Tzilleri rock" by K'e-k'e-m (www.birrabitui.altervista.org)

Monday, September 11, 2006

OTTO GABOS


Si chiude la rassegna di P.zza S. Sepolcro con la lettura recitata di un estratto dal libro di Mario Rivelli "Sotto le bombe di maggio", introdotta dal saluto di Otto Gabos (http://www.ottogabos.com), libro che narra le avventure di Marco, un bambino di 10 anni. Marco, che incidentalmente nella vita vera è anche il padre di Mario, si trova (proprio come il padre di Amsix, ma questa è un'altra storia), come dice il titolo, sotto le bombe del 1943, quando gli americani, come fanno ancora adesso, non si mettevano molti scrupoli se c'era da bombardare i civili. Per fortuna la storia di Mario è a lieto fine (anche quella del proto-Amsix), e la vicenda ben interpretata da Paolo Pinna nel ruolo del protagonista e da Tiziana Martucci in quello della bambina di 9 anni che con Mario fa amicizia in quei giorni ha catturato grandi e piccini, tutti ad ascoltare con curiosità le piccole avventure dei due, tra fantasmi presunti e giganti di colore.
A seguire lo spettacolo di giocoleria "Verso l'isola di Birtelà", con Pietro Olla e Luca Gasole che hanno divertito gli stessi grandi e piccini di cui sopra, coinvolgendo attivamente il pubblico adulto, simpaticamente (ma come #%?!azz vi permettete?!) definiti reparto mummie e alcuni dei frugoletti presenti.

Saturday, September 09, 2006

Enchanted night: magick-a-bula...


Sempre in piazza S. Sepolcro, sempre la stessa rassegna. Ieri spettacolo teatrale della compagnia A.N.T.A.S. di S. Sperate (Ca). "Not(t)'e incantu" (scritto e diretto da Giulio Landis) è ambientato in una discarica abusiva, dalla quale un folletto, Stefano Farris, estrae due manichini, Raimonda Mercurio e Pino Mameli, (rispettivamente da sinistra a destra nella foto tratta dal sito del gruppo: http://www.antasteatro.it) che magicamente riesce prima a far parlare e poi a muoversi, esprimendosi in gran parte in sardo. A questo proposito mi dice Stefano che lo spettacolo è stato rappresentato in un festival in Grecia, dove la gente ha dimostrato di gradire molto, pur capendo ben poco delle lingue utilizzate. Gran finale in musica con strumenti autocostruiti con elementi presi dalla discarica, quali la flautobicicletta e la scatolachitarra, tra danze sfrenate di parte del pubblico insieme agli attori. In primissima fila un nugolo di frugoletti la cui partecipazione attiva e il cui entusiasmo sicuramente devono essere stati la principale fonte di soddisfazione per gli interpreti della piece. Per me erano parte dello spettacolo anche loro, e avrei voluto avere la loro età per poter stare in mezzo a loro e provare di nuovo la meravigliosa sensazione tipica dell'infanzia di vivere tutto per la prima volta.
A fine serata l'incontro con Tiziana Dal Pra, che ha raccontato dell'esperienza di Trama di Terre in relazione all'immigrazione, in particolar modo femminile, con la quale l'organizzazione viene a contattto giornalmente

Friday, September 08, 2006

Barbieri on stage



Di futuri ce n'è tanti, milioni di milioni, i futuri di Barbieri e Mancini (vuol dire qualità!). Ho adattato questo slogan rubato a un vecchio Carosello per introdurre Daniele Barbieri e Riccardo Mancini, autori del volume dedicato alla fantascienza "Futuri ce n'è tanti", di prossima pubblicazione. Nella suggestiva cornice (si dice così quando si è ben pagati dai giornali, no?) di Piazza S. Sepolcro, nel cuore del quartiere Marina a Cagliari il noto giornalista e agitatore (si dice sempre così, no?) romano Daniele Barbieri (a sinistra, foto tratta da http://www.marinacafenoir.it) si è presentato al gentile pubblico intervenuto (ancora, si dice così, no?) sfoggiando una maglietta con la scritta "sardo dentro". Chi lo conosce come me sa che il personaggio è totalmente alieno da atteggiamenti, come dire, paraculeggianti, per cui tale scritta in questo caso risponde al vero, e non soltanto perchè ha vissuto per qualche anno a Cagliari. Insomma, è uno di noi, come tanti italiani, tedeschi e altri che sono diventati sardi dentro, soprattutto quelli che hanno scelto di vivere tra noi. Ciò spiega l'inserimento di espressioni in sardo nel testo tratto dal libro in gestazione riarrangiato per l'occasione e rappresentato, nell'ambito del Festival di strada di letteratura, teatro, musica, invenzione e gioco Baby Cappuccino, con l'aiuto di alcuni amici, tra i quali Pierpaolo Piludu, attore del Cada Die, Enrico Pili, autore del romanzo La quinta S e Tiziana Dal Pra, presidentessa dell'associazione interculturale di donne native e migranti Trama di Terre (http://www.tramaditerre.org)
La serata si è conclusa con il monologo teatrale "Povera Barbie" di Chiara Rapaccini, interpretato da Lea Gramsdorff con l'aiuto di un gruppetto di assistenti bambine (vedi fotina a destra, sempre tratta dal sito di Marina Cafe Noir).